DAVID NEWLYN – Good Luck (Enigma)
(Sound In Silence, 2014)
Da poco reduce dai desolati paesaggi urbani di “Disintegrating Suburban Dream”, nel suo secondo disco dell’anno in corso David Newlyn prosegue il proprio itinerario alla ricerca dei minuti interstizi tra le note del suo pianoforte nelle dieci tracce di “Good Luck (Enigma)”. La delicata elettro-acustica e il neoclassicismo ambientale del musicista e produttore inglese trovano così nuova sintesi in un’eterogenea rassegna di formati, che accanto a otto istantanee di narcolettiche stille pianistiche colloca due brani dallo svolgimento più articolato, culminanti nei quasi quattordici minuti di “Broadcast”.
Non vi è, tuttavia, sostanziale differenza tra le strutture dei brani in ragione della loro durata, anzi Newlyn lavora a prescindere dall’estensione temporale su partiture umbratili e profondamente riflessive, solo per brevi tratti più sbarazzine come in “Theory”, sostenute da sospensioni e risonanze dilatate. Loop ambientali veri e propri si affacciano discreti qua e là, affiorando in superficie quasi soltanto nella conclusiva “Ephemera”, protesa verso un’ambience orchestrale, che tuttavia non smentisce il complessivo carattere minimale del lavoro.
In luogo dei field recordings che effigiavano il carattere spettrale di “Disintegrating Suburban Dream”, in “Good Luck (Enigma)” sono gli stessi timbri e tempi con le quali l’artista inglese cadenza le sue esili armonie acustiche a definire i contorni di un’opera placida e dimessa, che aggiunge un ulteriore tassello alla sua galleria di paesaggi naturalistici e interiori.