TESS SAID SO – I Did That Tomorrow
(Preserved Sound, 2014)
Nonostante le apparenti premesse, il duo australiano Tess Said So non si inscrive nel novero degli ensemble cameristici impegnati a tracciare scenari di neoclassicismo minimale. Benché ruolo decisivo nel loro debutto “I Did That Tomorrow” sia ricoperto dal pianoforte di Rasa Daukus, accanto alla sue già vivide dinamiche è il pronunciato impianto percussivo del sodale Will Larsen a plasmare i contorni di un progetto artistico che lambisce trasversalmente universi sonori diversi, mettendoli in comunicazione e ricombinandoli variamente.
Negli undici brani di “I Did That Tomorrow” è infatti racchiusa una variopinta galleria di istantanee sonore in movimento, nella quale non mancano fluidi scorci cinematici al pianoforte (ad esempio “Trace” e soprattutto la romantica “Intervention”), tuttavia in prevalenza improntati a cadenze jazzy rispecchiate da segmentazioni ritmiche che arrivano a sfiorare destrutturazioni di distante matrice post-rock (“Sometimes Never”). Più spesso che al compunto camerismo dei Rachel’s, può venire da pensare alle contaminazioni jazz dei 33.3 o alle più recenti esperienze sincretiche dei Tupolev, in particolare quando ritmiche e cadenze pianistiche si fondono a disegnare paesaggi sonori tanto movimentati da risultare persino briosi e incalzanti (“The Snap Beans Aren’t Salty” e la title track).
Di contro, l’approccio eminentemente sperimentale di Daukus e Larsen si materializza in ambientazioni oblique e frequenti micro-pulsazioni acustiche, nonché in fondali screziati di umori misteriosi, che si protendono persino in foschi territori di densa dark-ambient (“Planted This To Imagine”). Ne risulta un ricco affresco di timbri e atmosfere avvolgenti, che della riscoperta neoclassica di questi anni offre una prospettiva quanto meno originale e suscettibile di una pluralità di interessanti sviluppi.