DANNY NORBURY / SIMON SCOTT – Split
(Brian, 2014)
Fa piacere ritrovare il nome di Danny Norbury quale protagonista diretto di una produzione discografica inedita, dopo averlo visto ricomparire di recente in occasione della ristampa ampliata del suo “Light In August”. Il violoncellista inglese è tuttavia comparso in numerosi lavori di neoclassicismo ambientale (e non solo), sviluppando così ancor di più la sua propensione alla collaborazione. È proprio una collaborazione l’occasione per Norbury per esercitarsi nuovamente nella composizione originale, accanto a un altro sensibile interprete dell’elettro-acustica ambientale, quale negli anni si è affermato Simon Scott.
Lo “Split” in limitata edizione su vinile 8” consta di quattro brevi brani nei quali i due artisti sviluppano i comuni interessi per l’ambience rarefatta e per le screziature naturalistiche, plasmando attraverso sensibilità affini e complementari un conciso universo sonoro costituito da brezze impalpabili e fremiti vitali. I primi ricorrono nei due brani di Norbury “A” e “B”, sotto forma di abbracci armonici modulati sul suo violoncello con gesti pazienti e tempi dilatati, mentre i secondi si traducono nei field recordings di “Eel Spine” e puntellano le minimali armonie acustiche di “Trees Return To Soil” di Scott, segmentandone gli accenni di romanticismo bucolico.
I dieci minuti dello split trovano così esito in una cartolina sonora placida e palpitante, nella quale si incontrano i diversi linguaggi di un descrittivismo ambientale alimentato parimenti da dolcezze acustiche, schegge naturali e modulazioni neoclassiche. Di tutto ciò, Scott e Norbury sono, insieme, attenti testimoni e interpreti sensibili come pochi.