chloe_march_nights_bright_daysCHLOË MARCH – Nights Bright Days
(Hidden Shoal, 2014)

Non solo le opere di sotterranei artisti elettronici l’australiana Hidden Shoal va a ricercare in giro per il mondo e propone attraverso il proprio sempre più eterogeneo catalogo. Questa volta tocca a una suadente cantautrice inglese che risponde al nome di Chloë March, attiva già da circa un decennio sotto varie forme, tra le quali quella di membro della tour band dei Cousteau, di compositrice di colonne sonore per la danza e collaboratrice in qualità di vocalist di un altro artista facente parte del roster della medesima etichetta, Joe Dürbeck alias Jumpel.

La trasversalità espressiva della March trova conferma in “Nights Bright Days”, disco autoprodotto realizzato lo scorso anno e adesso ripubblicato con l’aggiunta di un Ep contenente sei tracce inedite che, unite alle dieci dell’album, offrono un quadro esaustivo dell’eterogenea ispirazione dell’artista inglese. Anche grazie a un ricco impianto strumentale, che supporta con una chitarra e una calibrata sezione di fiati l’evocativa eleganza delle sue interpretazioni, Chloë March riveste i propri brani di sfumature di volta in volta diverse, dimostrando di saper padroneggiare un’ampia gamma di sfumature che spazia dal classicismo vagamente jazzy di ballate al pianoforte (“Eucalyptus Night”, “Ember”) alla ricerca di una scrittura sognante e vivace, puntellata da un’elettronica ora atmosferica (“Café Des Poètes”) ora distillate in iterazioni ritmiche da pop retro-futurista (“Boho Night”).

I sei brani aggiuntivi, che si possono immaginare creazioni più recenti rispetto all’album originale, pongono l’accento proprio sul profilo delle ambientazioni dei brani della March, plasmate secondo notturne cadenze di un trip-hop minimale (“Owl”) e addirittura ridotte all’avvolgente dimensione di un flusso sonoro etereo e spettrale (“Heartsleep”, “Unlit”). Si tratta di un segnale emblematico, non solo in vista di possibili futuri sviluppi su più vasta scala dell’attività di Chloë March, ma soprattutto a definirne la dimensione artistica attuale, non circoscritta a un’eleganza da songwriter non sempre coronata da una scrittura classica e coniugata invece con una pluralità di suggestioni in grado di rivestirla ogni volta di fascino misterioso.


http://www.chloemarch.co.uk/

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