VALDIMAR – Batnar Útsýnið
(Self Released, 2014)
I Valdimar sono una delle innumerevoli band del pullulante underground di Reykjavík; nati per iniziativa dei due songwriter Valdimar Guðmundsson e Ásgeir Aðalsteinsson, nel corso dei loro cinque anni di attività si sono evoluti in un sestetto di impostazione folk-rock piuttosto classica, al quale si aggiunge, sia dal vivo che su disco, un’ampia sezione di fiati.
Benché la loro fama non abbia travalicato di molto le coste di sabbia nera dell’isola più musicale del mondo, i Valdimar godono di buona popolarità e ottima stima in patria, dove nel 2012 il loro secondo album “Um Stund” ha conseguito il riconoscimento di disco islandese dell’anno.
Con “Batnar Útsýnið” (titolo il cui significato è “la visibilità migliora”) la band è dunque attesa alla conferma locale e a un tentativo di sbarco su mercati più ampi e numerosi. Le dieci tracce comprese nel lavoro hanno in effetti buone carte in regola per poter rappresentare un trampolino di lancio: c’è la giusta dose di esotismo determinata dalla provenienza e dal cantato in islandese, una discreta fluidità di scrittura delle canzoni, una buona capacità di arrangiamento e di sviluppo dei brani da passaggi sommessi a vivaci aperture orchestrali o full band.
Nell’occasione c’è anche la partecipazione a uno dei brani di una connazionale già apprezzata su vasta scala quale Sóley Stefánsdóttir, la cui voce è elemento essenziale di “This Time”, unico pezzo in lingua inglese di “Batnar Útsýnið”. Con il suo delicato intreccio di voci, il graduale crescendo, le ritmiche cadenzate e l’emozionate inserto di ottoni, è questo senz’altro il punto più alto raggiunto dall’album, che comunque sviluppa in maniera coesa e coerente una narrazione tanto tematica quanto sonora nella quale sono ben riconoscibili affascinanti sentori nordici. Brani quali “Læt Það Duga” e “Út Úr Þögninni” evocano infatti un’epica salmastra filtrata attraverso un linguaggio musicale popolare, che trova il suo miglior veicolo nella coralità di interpretazione e strumentazione applicata dalla band; nella seconda parte del lavoro, una certa coesione espressiva si disperde in favore di una superficie più facilmente accessibile (“Ryðgaður Dans”), sulla quale affiorano tuttavia ancora spunti di umbratile semplicità (“Agnarsmáar Sálir”) e preziose soluzioni di arrangiamento (“Máttir Vita Betur”).
Che, parafrasandone il significato del titolo, possa assicurare o meno ai Valdimar una maggiore visibilità, “Batnar Útsýnið” si atteggia comunque a interessante testimonianza di un contesto artistico a metà tra pop da mercato interno e vocazione internazionale, che se non altro offre uno spaccato finora meno noto di un ambiente artistico le cui proposte meritano sempre di essere seguite con attenzione.