ECOVILLAGE – One Step Above
(Plop / Nature Bliss, 2014)
A testimonianza di quanto labile possa essere la demarcazione tra vaporose coltri ambientali e ipnotici riverberi di ascendenza shoegaze, giunge il terzo disco del duo svedese Ecovillage. Già incanalati sul binario di un revivalismo visionario e avvolgente, che rinverdiva la mai del tutto desueta estetica dei primi anni Novanta, in “One Step Above” Emil Holmström e Peter Wikström operano un significativo cambio di rotta nella determinazione di una formula espressiva che sfugge la sterile rigidità definitoria.
Benché l’incipit (“You Got Me”) sembri virare verso componenti ritmico-sintetiche più prossime a declinazioni più vivaci e tipicamente elettroniche, l’impianto complessivo del lavoro si disvela ben presto improntato a sinuose evanescenze ambientali, sempre innervate da coltri di feedback ma nell’occasione in prevalenza dilatate e minimali. Come gli stessi artisti dichiarano in sede di presentazione, “One Step Above” è il frutto di un approccio più semplice e diretto, peraltro coincidente con la sostanziale rinuncia alle parti vocali, adesso ridotte alla stregua di echi tra gli echi dei layers di chitarre e tastiere che aleggiano nel corso del disco.
Deposta l’enfasi ritmica iniziale, brani come “Wings Of The Morning”, ”Celebrate” e “My Secret Shelter” si muovono in sospensione su binari che vanno dagli Auburn Lull al definitivo approdo dalle parti degli Hammock, distillando visioni morbide e rilucenti fino alla conclusiva “Moments Of Divine Harmony”, celestiale elegia di tre minuti di spoglie note pianistiche e risonanze nebbiose.
Se questo ne è l’approdo finale, il rinnovato approccio di Ecovillage potrà continuare a dispensare ulteriori viaggi in mezzo alla consistenza della nuvole; non a caso, parafrasandone il titolo, quello di “One Step Above” non è solo un passo in avanti, è un passo verso l’alto.