RED TREES – EP 4
(Sea Records, 2014)*
Si conclude il ciclo delle stagioni, ciascuna delle quali corrispondente a un Ep di cinque brani, fedelmente seguito – anche se con pubblicazioni differite – nel corso dell’ultimo anno dai Red Trees, duo inglese formato da Lou Richards e Chris Beckett, che incarna una delle scoperte più valide provenienti dall’universo delle produzioni folk casalinghe o poco più.
Al pari dei suoi predecessori, anche “EP 4” è pubblicato in tiratura limitata in un’edizione cd-r 3” che reca appena nome della band e titoli delle tracce, in coerenza con una disadorna essenzialità nella presentazione, del tutto coerente con il contenuto delle cinque canzoni, che dispensano nuovi delicati scorci della serena penombra creativa di Lou e Chris.
Eppure, è la primavera la quarta stagione nel corso della quale sono stati composti i brani; una primavera dall’aria frizzante e dai colori sfumati, che si dischiude alla luce e alla vita con movenze altrettanto tenui e non meno sonnolente di quelle dei precedenti Ep. La cifra stilistica ormai riconoscibile dei Red Trees è fatta di tempi dilatati, narcolettiche melodie acustiche e soffusi intrecci vocali; un mondo piccolo e raccolto, prezioso, spontaneamente traboccante di una tenera confidenzialità, che una sospesa malinconia vela di quel tanto sufficiente a tenerla ben lontana dall’apparire melensa.
Una dolce consapevolezza aleggia nella primavera di Lou e Chris, i cui dialoghi incantati si arricchiscono di colori (e calore) attraverso semplici soluzioni strumentali, che alle note acustiche lentamente stillate associano sinuosi abbracci d’archi nell’iniziale “Woman” e in “Know Your Light” e un’aggraziata coda pianistica in “Dove”. Mentre l’inverno ricorre ancora, nelle tematiche e in maniera simbolica, quale stagione dell’anima e ideale per amorosi scambi sottovoce in “Come Winter”, la splendida “Seasons #2” (ideale continuazione del brano d’apertura del precedente Ep) si dischiude ai colori di paesaggi bucolici dai contorni folk mai così definiti. La straordinaria naturalezza con la quale i Red Trees raggiungono la sintesi tra linguaggi diversi e complementari rende la loro “voce” artistica davvero peculiare e preziosa.
Nei brani di “EP 4”, come in gran parte di quelli che li hanno preceduti, si colgono all’unisono carezze slow-core e armonie trasognate, estatici quadretti folk e sospensioni evocative. Benché il duo inglese non abbia ancora prodotto un album vero e proprio, i loro quattro Ep, intesi fin dall’inizio come le pagine di un semplice diario sul quale imprimere sentimenti in forma di canzoni, rappresentano già qualcosa di più, non certamente solo per sommatoria di numero di brani e durata. Con “EP 4” si scrive dunque l’ultima pagina della loro prima narrazione annuale, che anche dopo essere stata riposta in un cassetto o su uno scaffale non smetterà di parlare al cuore, rendendo già trepidante l’attesa che Lou Richards e Chris Beckett tornino a porsi di fronte ad altre pagine bianche, da riempire ancora con tutta la loro infinita delicatezza.
*disco della settimana dal 15 al 20 dicembre 2014