STRIË – Struktura
(Serein, 2015)
Se nel suo precedente lavoro solista a nome Strië (“Õhtul”, 2012), Iden Reinhart era mossa dall’ambizione di riassumere un’intera orchestra spettrale sotto le sembianze del suo violino, in “Struktura” l’artista tedesca compie un ulteriore passo nelle sue sperimentazioni, nella duplice direzione di un arricchimento della complessità delle sue… strutture compositive e della correlativa destrutturazione degli elementi acustico-armonici che le costituiscono.
Sotto il primo profilo, le nove concise istantanee sonore che formano il lavoro sono estremamente ricche di dettagli e contorti snodi di frequenze e modulazioni, mentre sotto il secondo i elementi che formano i brani della Reinhart smarriscono la propria stessa identità, in favore di una materia sonora densa, caliginosa, spesso disagevole.
A stento è dato riconoscere, nei circa quaranta minuti del lavoro, un’armonia d’archi o anche una pulsazione elettronica presentata nella sua naturale essenza, invece pesantemente filtrata fino a farla disperdere, in un universo frammentato di fonti concrete e rumorose. Non appare esservi ormai più spazio per un pur tenebroso romanticismo nella tavolozza della Reinhart, sostituito da un’arcana sequenza di miniature concrete sottilmente dissonanti.
music won't save you 