ducktails_st_catherineDUCKTAILS – St. Catherine
(Domino, 2015)*

In un’ideale passaggio del testimone perfettamente sincronizzato, Matt Mondanile alterna la propria attività nei Real Estate a quella che lo vede quale principale protagonista del progetto Ducktails, ormai giunto al quinto album, a due anni di distanza dal precedente “The Flower Lane”. In questo periodo, oltre ad aver contribuito al terzo album dei Real Estate (“Atlas”, 2014), Mondanile si è stabilmente trasferito in California, dove ha intrapreso ulteriori collaborazioni i cui frutti sono ben ravvisabili nei dodici brani del nuovo “St. Catherine”.

Prodotto da Rob Schnapf (Elliott Smith), il lavoro vede infatti tra gli altri la partecipazione di e Julia Holter e di James Ferraro, con il secondo ad avvicendarsi idealmente a Daniel Lopatin (presente invece nel disco precedente) a conferma dello spiccato interesse di Mondanile per paesaggi sonori trasognanti, se non addirittura acidi. Non appare infatti un caso che sia uno strumentale denso di languori e riverberi purpurei ad aprire “St. Catherine”, imprimendo così da subito al lavoro un mood intriso di un torpore lieve e visionario, che ricorre anche negli altri tre strumentali simbolicamente collocati al centro e quali ultimi episodi del disco.

Su tale base, è innestata una sensibilità pop obliqua, ancora innervata di agrodolce nostalgia e allo stesso tempo proiettata verso una dimensione di sottile psichedelia che nell’occasione bilancia quella “da cameretta” originariamente connaturata al progetto Ducktails. Eppure, la più marcata impronta delle tastiere non finisce per deviare le esili linee pop di Mondanile, fondendosi invece con la morbida consistenza delle chitarre per dar luogo a un suono coeso nella sua intrinseca eterogeneità e metaforicamente illuminato dal caldo sole della California.

L’ambiente di realizzazione ha senz’altro inciso sulla resa delle canzoni di “St. Catherine”, scorrevoli e animante da sensazioni di trasognata rilassatezza, tanto leggere e carezzevoli nelle melodie quanto curate nei suoni. Non affiora, così, alcuna evidente cesura tra le precise cadenze ritmiche e i morbidi riverberi che sostengono il pop trasognato del singolo “Headbanging In The Mirror” e il liquido modernariato analogico della parte finale del disco, ove si sfiorano derive “ipnagogiche” (“Medieval”) e surreali accenti retro-futuristi (“Krumme Lanke”). Seppure più defilata rispetto al passato, la scrittura di Mondanile permane comunque l’elemento caratterizzante l’essenza espressiva di Ducktails, rideclinata senza sosta secondo un piglio piacevolmente retrò che spazia dalle chitarre jangly di “Into The Sky” e di “Surreal Exposure” al lounge ricamato da archi sognanti di “Heaven’s Room”.

Fuori dallo studio – o dalle semplici stanze – nelle quali “St. Catherine” è stato registrato, si percepiscono la luce e il sole della nuova residenza di Matt Mondanile, insieme alle spezie vagamente acide apportatevi dai collaboratori di turno di Ducktails, progetto sempre più aperto e intrigante, anche quando appare votato al disimpegno di un album di sogni e canzoni che incarnano alla perfezione rilassate sensazioni estive.

*disco della settimana dal 20 al 26 luglio 2015


https://www.facebook.com/pages/Ducktails/

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