ÉLOÏSE DECAZES & DELPHINE DORA – Folk Songs Cycle
(Okraïna, 2015)
Undici canzoni folk, tra originali, adattamenti e creazioni ispirate a canti tradizionali, formano la raccolta molto particolare curata da Luciano Berio nel 1964 e oggetto di un’ardita rilettura da parte di due artiste francesi che incentrano le proprie sperimentazioni sulla modulazione della voce e sulle note del pianoforte. Protagoniste dell’operazione sono Éloïse Decazes (già metà femminile del duo Arlt e autrice di un disco di folk allucinato insieme a Eric Chenaux nel 2012) e Delphine Dora, eterea dispensatrice di oblique armonie vocali e pianistiche.
Sottoposto al loro peculiare trattamento, il “Folk Songs Cycle” di Berio assume connotati estremamente evocativi e spettrali, con la Decazes a guidare la maggior parte dei brani, assistita dal pianoforte cadenzato e in prevalenza inquieto della Dora. Insieme, le due artiste francesi passano in rassegna classici della tradizione americana (l’iniziale “Black Is The Colour”, la canzone più strutturata del breve lotto) e sorprendenti rivisitazioni di linguaggi folk mediterranei e caucasici.
Il duplice filtro sperimentale al quale sono sottoposti originali non acquisiti come tali ma solo nella rilettura del maestro dell’avanguardia italiana, vi conferisce forme decisamente aliene, sostanzialmente deprivate delle loro strutture, che sopravvivono – nemmeno sempre – sotto scarnificate sembianze armoniche.
Le sensazioni che promanano dai brani sono tuttavia in prevalenza spettrali ed evocative di una spiritualità arcana (“Loosin yelav”, “Lo fiolaire”), che la grazia aliena delle due voci ammanta di un fascino straniante che trascende i significati e gli stessi idiomi originali (“Rossignolet”, “La donna ideale”, “La femminisca”) in una polilalia vocale appena screziata di accordi acustici.
Si tratta di un’operazione senz’altro interessante, condotta dalle due artiste con una sensibilità tutta femminile, che in poco più di venti minuti conferisce un’ulteriore particolare fisionomia a frammenti di brani saldati nell’universalità di tradizioni che trascendono tempi, luoghi e culture musicali.