MARTA MIST – Scavengers
(Time Released Sound, 2016)
Due lunghe tracce di oltre venti minuti ciascuna formano “Scavengers”, nuovo lavoro dei Marta Mist, terzetto di Leeds che torna alla produzione discografica dopo un periodo di silenzio susseguito a un inizio decennio costellato da una nutrita serie di mini-album e formati digitali, collocabili in quell’ampio universo a metà tra ambient music e post-rock cameristico.
In particolare i tratti cameristici ricorrono, amplificati, in “Scavengers” e in particolare nel primo dei suoi due brani, che non a caso vi dà il titolo. Un’apertura di violino ariosa e solenne occupa infatti il primo quarto del brano, come un prologo prolungato a uno sviluppo invece improntato a una nervosa claustrofobia disegnata da plumbee ritmiche elettroniche e nebbiose irregolarità metalliche. Un iter pressoché analogo nella struttura, ma sostanzialmente diverso nei contenuti, segue l’altro brano “Hunter”, al cui incipit cameristico, dai toni tuttavia più gravi ed evocativi, seguono prima ulteriori segmentazioni ritmiche e quindi la maestosa elevazione di un’ambience dagli austeri tratti orchestrali.
La musica dei Marta Mist risulta in questo modo fortemente evocativa e misteriosa, offrendo un’ibridazione di paesaggi sonori che, al di là delle possibili definizioni, trovano ragion d’essere nella gradualità di snodo di passaggi compositivi atti a creare atmosfere dense di apocalittiche suggestioni cinematiche.