
NORTH ATLANTIC DRIFT – Visitor
(Polar Seas, 2016)
Da poco reduce dalla divagazione solista di Anthéne, Brad Deschamps rispolvera il sodalizio con Mike Abercrombie, proseguendo il percorso di progressiva rarefazione delle originarie intersezioni tra ambient e post-rock di North Atlantic Drift. “Visitor” traccia un conciso itinerario d’ascolto di mezz’ora, ripartita in sette cartoline sonore attraverso le quali il duo canadese dispensa la propria attuale visione ambientale, caratterizzata da morbidi riverberi chitarristici e pulsazioni sintetiche, ma anche diluita in modulazioni silenti e dense saturazioni.
Mentre l’incipit del lavoro riprende il discorso di North Atlantic Drift da dove si era interrotto, ovvero dagli echi di The American Dollar di “Monuments” (2013), il suo sviluppo passa in rassegna vaporose evanescenze di un’ambience ipnotica (“4th Of July”, “Meridian”), scandita da battiti elettronici sfumati (“Everest”, “Decay”).
Il finale, dominato dagli oltre otto minuti della title track, riassume il senso dell’intero viaggio sonoro di “Visitor”, diluendone gli elementi in spirali impalpabili o granulose (come nella conclusiva “Slow City”), entrambe comunque complementari alla definizione di decompressioni ambientali di compassata, visionaria emozionalità.