TANGENT – Collapsing Horizons
(n5md, 2016)
Un titolo come “Collapsing Horizons” definisce già in partenza l’universo sonoro sotteso al terzo album del duo olandese Tangent. Negli undici brani del lavoro, l’ambience profonda di Ralph van Reijendam e Robbert Kok si proietta infatti verso orizzonti di uno spazio sconfinato, popolato da visioni distopiche suscitate da onde gravitazionali irregolari e incessanti collisioni di elementi organici primordiali.
Tali immagini sono lucidamente suggerite da continui intrecci di stratificazioni sintetiche e impulsi ritmici, che alimentano la navicella spaziale dei Tangent ora con modulati accenti dub, ora con dinamiche pronunciate e risonanze spettrali. Tra gli episodi più efficaci del lavoro si segnalano tuttavia le immersioni in visionarie profondità ambientali di brani quali “Dawn”, “Immutable Surface” e “Distorted Perspective”, i cui riverberi dai fluidi snodi armonici rimandano quasi alle atmosfere liquide di Scott Morgan, seppure qui incapsulate in emissioni di frequenze verso derive interstellari.
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