TODD TOBIAS – Gila Man
(Hidden Shoal / Tiny Room, 2016)
A ogni nuovo disco, Todd Tobias trova un contesto narrativo e un orizzonte paesaggistico da riempire con le proprie visioni sonore. In “Gila Man” non si tratta, come nei due album precedenti, della traccia concettuale originata da un romanzo, ma comunque di un ben definito riferimento geografico e per certi versi culturale, analogo a quello che nel recente “Tristes Tropiques” (2015) lo aveva proiettato verso sensazione di profonda saudade ambientale.
Questa volta il contesto di riferimento prescelto dall’artista dell’Ohio è meno esotico, ma non meno affascinante: si tratta degli spazi sconfinati del west, osservati con sguardo da regista cinematografico e resi in musica in un ibrido tra un approccio sostanziale all’insegna di un’epica polverosa e uno del tutto fantastico, pienamente coerente con l’immaginifica ambience abitualmente creata da Tobias.
Vi è però di più nei quattordici brevi frammenti che formano “Gila Man”, definiti dall’abituale coltre di stratificazioni, impulsi e scie sintetiche, alla quale nell’occasione si associano frammenti acustici, deragliamenti rumoristi e, soprattutto, i vocalizzi sognanti di Chloë March. Ne risulta uno spaccato inedito del tema come abitualmente inteso, una sua declinazione ben distante dai cliché e adatta, piuttosto, a uno spaghetti western del tutto surreale.