In quel limbo tra modulazione ambientale e rappresentazione sonora di luoghi e paesaggi, si colloca il progetto Net, emanazione di Edward Trethowan, artista inglese residente in Finlandia, dove cura l’etichetta Tavern Eightieth. I sette brani del suo più recente lavoro “HS” oscillano infatti costantemente tra field recordings e granulose texture elettroniche, stratificate fino a creare spazi sonori di dimensione e consistenza variabile.
Nel corso degli oltre cinquanta minuti del lavoro, occupati per circa la metà da due tracce di lunga durata e per il resto formati da cinque più concise istantanee, Trethowan non si limita a una asettica rappresentazione digitale, bensì riempie le sue combinazioni tra suoni reali, sintetici o prodotti da strumenti variamente filtrati, di contenuti descrittivo-cinematici, che in particolare in episodi quali “Taskuravun Opas” e “Avic” accedono a una dimensione narrativa non aliena da profili emozionali.
Pur non mancando sequenze di incastri lievemente dissonanti e corpose stratificazioni sintetiche, l’itinerario d’ascolto proposto dall’artista inglese in “HS” riassume un approccio non convenzionale e, soprattutto, svincolato dalla forma al descrittivismo ambientale concreto.