ÁINE O’DWYER – Locusts
(Fort Evil Fruit, 2016 / Penultimae Press, 2017)
Da quando, nel 2011, l’arpista Áine O’Dwyer ha scoperto le potenzialità sonore degli organi da chiesa non ha mai smesso del tutto di cimentarsi con tale strumento e con la relativa ambientazione, entrambi inconsueti anche per artisti dediti alla sperimentazione.
Così, accanto alle sue numerose collaborazioni (in particolare la partecipazione al collettivo United Bible Studies), la musicista irlandese è tornata a esibirsi in chiese deserte, come aveva fatto la prima volta in maniera estemporanea per quello che poi è diventato “Music For Church Cleaners Vol. I And II”. La cassetta “Locusts” è appunto testimonianza dei nuovi studi sullo strumento della O’Dwyer, registrati in presa diretta in una chiesa congregazionale newyorkese e in una remota cattedrale nel Lancashire.
Si tratta di sette brani costituiti in prevalenza da iterazioni di note e solenni impennate di tonalità, entrambe presentate seguendo un ampio spettro sonoro che muove da frequenze basse per raggiungere acuti apici di inquietudine. Il raccoglimento abitualmente connaturato allo strumento si alterna dunque con una tensione non meno spirituale, ma tale da trasfigurare premesse e contenuto e persino contesto di esecuzione in maniera visionaria e spettrale.