AROVANE & HIOR CHRONIK – Into My Own
(A Strangely Isolated Place, 2017)
La coppia in apparenza strana formata da Uwe Zahn (Arovane) e Hior Chronik non ha esaurito nel solo “In-Between” (2015) le possibilità di commistione tra gli scenari elettronici dell’artista tedesco e le partiture pianistiche di quello greco trapiantato a Berlino.
I due artisti replicano l’esperienza collaborativa in “Into My Own”, che offrono segnali di ulteriore coesione delle loro rispettive personalità, pur riconoscibili nel denso equilibrio delle dodici dense tracce del lavoro. Benché in particolare nella sua parte iniziale si percepiscano chiaramente le profonde pulsazioni di Zahn, man mano che queste si sfumano, affiorano ben presto in superficie le miniature pianistiche e le soffuse orchestrazioni di Hior Chronik: i due elementi non faticano a integrarsi tra loro in atmosfere dai vellutati tratti notturni, ricamate da una varietà di field recordings e delicati inserti acustici, tra i quali non mancano le rilucenti ritmiche del vibrafono.
L’ovattato intimismo dell’eterea ambience che ne risulta non appare affatto frutto di un compromesso “a metà strada” tra due sensibilità complementari, bensì l’equilibrata definizione di un neoclassicismo pienamente immerso nel contesto e nei suoni della contemporaneità.
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