ED CARLSEN – Elusive Frames
(Moderna, 2017)
A un anno esatto da “The Journey Tapes”, Ed Carlsen riassume in un mini album di ventiquattro minuti lo stato dell’attività creativa posta in essere dalla pubblicazione di quel lavoro. Alle sensazioni di viaggio e alle dense pièce cameristiche di quel lavoro, “Elusive Frames” sostituisce suoni e atmosfere più raccolte, senz’altro influenzate dalla diafana luce delle stagioni – autunno e inverno – nelle quali sono state realizzate nella residenza danese di Carlsen.
I sette brani di “Elusive Frames” posso considerarsi pertanto altrettante cartoline, dai contorni piacevolmente sfocati, intese non alla descrizione di paesaggi esteriori, bensì di un microcosmo di sensazioni catturate nella calma intimità di una stanza. Accanto alle note del pianoforte, nell’occasione più ponderate e orientate alla persistenza che non alla creazione di fluide linee armoniche, assumono un ruolo significativo esili stratificazioni sintetiche e granulosi riverberi chitarristici che, insieme a un terzetto d’archi, donano ai brani di Carlsen profondità ambientale e densi contenuti riflessivi.
Non per questo nel lavoro mancano gli aspetti dinamici, tuttavia incarnati principalmente proprio dal pianoforte, che, in particolare in “Kvaelden” e nella conclusiva “Anew”, torna a ricamare melodie fragili e cullanti, coniugando ariose suggestioni neoclassiche con orizzonti ambientali placidamente sospesi.