THE WEATHER STATION – The Weather Station
(Paradise Of Bachelors, 2017)*

È sufficiente un confronto a colpo d’occhio tra le copertine dei due ultimi dischi di Tamara Lindeman per cogliere la differenza nel suo approccio alla musica concretizzatasi nei due anni tra essi intercorsi: la sua figura di spalle ritratta in “Loyalty” rispecchiava la timidezza essenziale di quell’album, mentre quella ritratta in bianco e nero, di fronte, in atteggiamento quasi aggressivo del suo quarto lavoro sulla lunga distanza ne attesta il mutato atteggiamento, più deciso ed esplicito.

La scelta di un titolo omonimo attesta ulteriormente la dimensione estremamente personale delle undici nuove canzoni, che nelle intenzioni esplicite della cantautrice canadese erano intese a vesti sonore più propriamente rock. Tuttavia, come già in passato la Lindeman aveva dimostrato carattere e forza di ispirazione di gran lunga travalicante i confini del folk, anche la sua transizione rock presenta tratti del tutto peculiari. È infatti vero che il lavoro è dominato da un’enfasi elettrica in precedenza sconosciuta e da interpretazioni come non mai decise, ma è anche vero che il corposo suono della band che l’accompagna è sovente bilanciato da arrangiamenti d’archi a loro volta estremamente ricchi e, a tratti, maestosi.

Tanto nella realizzazione dell’album, non a caso autoprodotto, la Lindeman ha ricercato una schietta immediatezza, tanto ha palesato una personalità per certi versi sorprendente, che va ben oltre l’abituale timidezza e raggiunge persino apici incalzanti, come nel brano d’anticipazione “Thirty”. A fronte dei ricorrenti spunti di folk elettrico, il fulcro del lavoro si rivela ben presto nel valido bilanciamento tra la rinnovata espressività esplicita della Lindeman e rifiniture d’archi al tempo stesso lievi e decise (“You And I (On The Other Side Of The World)”, “Kept It All to Myself”). È anzi in particolare la sua parte conclusiva a ristabilire gli equilibri, permettendo di ritrovare in forma più spoglia l’affascinante lirismo dell’artista canadese, ancora capace di ballate umbratili e ora avvolte da suadente romanticismo quali ” I Don’t Know What To Say” e ” The Most Dangerous Thing About You”.

Al quarto album, dunque, Tamara Lindeman al tempo stesso spiazza e si conferma quale autrice dalla sensibilità non comune, non più soltanto incapsulata in abiti di dimessa timidezza ma in grado di rivelare anche un diverso lato della sua personalità, che abbraccia folk, rock e ricchezza di orchestrazioni con piglio risoluto ma senza smarrire del tutto la sua peculiare fragilità.

*disco della settimana dal 2 all’8 ottobre 2017

http://www.theweatherstation.net/

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