HAVENAIRE – Rabot
(Glacial Movements, 2017)*
Se mai due mondi espressivi potessero apparire più distanti di quelli della scrittura di canzoni e della creazione di maestosi paesaggi ambientali, l’esperienza di John Roger Olsson li riassume sotto il comune denominatore di un approccio legato da un lato a un’istintività malinconica e dall’altro a una sensibilità melodica che ovviamente si manifesta in maniera molto diversa nei due diversi campi.
Dopo una duratura attività di cantautore indie-folk come The Grand Opening, dallo scorso anno l’artista svedese si è costruito l’identità parallela di Havenaire, sotto la quale ha già pubblicato la cassetta “Tremolo”. Le emozionali sensazioni ambient-drone che già da essa si percepivano sono notevolmente amplificate nel nuovo e più organico “Rabot”, lavoro ispirato all’inattingibile imponenza dell’omonimo ghiacciaio lappone e non a caso incluso nel catalogo a tema dell’etichetta romana Glacial Movements.
Imponente e stratificato come un ghiacciaio è appunto il suono condensato nei circa tre quarti d’ora del lavoro, la cui title track d’apertura funge già da rinnovato manifesto espressivo di Olsson: coltri sintetiche, riverberi luminosi, oscillazioni ariose e minute vibrazioni ritmiche avanzano con incedere solenne, costruendo man mano che il brano si sviluppa un immaginario percettivo di soverchiante vitalità e bellezza. A partire da queste premesse, la declinazione isolazionista dell’ambience dell’artista svedese si definisce in maniera quanto mai dinamica e coinvolgente, regalando scorci seppiati all’insegna della nostalgia (“Enquist Photo 1910”) e ipnotiche saturazioni sintetiche (“Calving”), fino alle maestose elevazioni che popolano la parte finale del lavoro (“Tarfala Valley” e “Sarek (Part 1-2)”).
Cinematico e fortemente suggestivo, “Rabot” traslittera in flussi, correnti e coltri ambientali la sensibilità melodica e la vena malinconica di John Roger Olsson, offrendo un saggio di come i mezzi espressivi siano soltanto accessori allo spirito di un artista che, nelle vesti attuali e di fronte al fascino misterioso della natura nordica, riesce come non mai a comunicare coinvolgenti moti dell’animo.
*disco della settimana dal 27 novembre al 3 dicembre 2017