ANGÈLE DAVID-GUILLOU – Mouvements Organiques
(Village Green, 2018)
“En Mouvement”, secondo album solista a proprio nome di Angèle David-Guillou, è senz’altro da annoverare tra i dischi più affascinanti dello scorso anno, anche grazie alla capacità dell’artista francese di sviluppare attraverso orchestrazioni eclettiche un lessico classico estremamente complesso. In parallelo alla composizione di quel lavoro, Angèle David-Guillou ha avuto modo di cimentarsi nell’esecuzione dell’organo della Union Chapel, in occasione di alcune interessanti iniziative musicali che si tengono abitualmente in quella sede. Da ciò è scaturita l’idea adesso materializzatasi in “Mouvements Organiques”, che consta non semplicemente di riletture all’organo di brani dell’album, bensì in una vera e propria riconsiderazione della relazione tra strumento, suono e spazio, riassunta dalla peculiare sensibilità dell’artista.
Delle cinque tracce di “Mouvements Organiques”, due corrispondono in tutto e per tutto a brani di “En Mouvement”, la danzante title track e l’eterea “Respiro”, che degli originali conservano sostanzialmente struttura e dinamiche, riconoscibili per quanto il loro contenuto sonoro sia ridotto a una sequenza di impulsi organici proiettati in un ampio ambiente fisico. Tale dato, che ne esalta rotondità e persistenza, ricorre in maniera ancor più evidente negli altri brani, le tre lunghe parti della sinfonia intitolata appunto “Mouvements Organiques”, anch’essa originata da un brano edito, “Vraisemblance”, ma completamente trasfigurato nella struttura e nella durata.
Angèle ne ha infatti ricavato una matrice sonora sviluppata per una durata complessiva di oltre mezz’ora, costituite da onde, oscillazioni e… movimenti, che risolvono gli intricati incastri armonici dell’originale in una sequenza avvolgente e ipnotica di frequenze singole, che assumono un’aura di solennità coerente con il luogo di esecuzione. Quella di “Mouvements Organiques” si dimostra dunque un’operazione estremamente interessante, una sorta di “altra faccia della medaglia” della ricchezza compositiva acquisita da Angèle David-Guillou, eppure con essa pienamente complementare, nella comune ricerca di codici espressivi in incessante trasformazione.