CHRISTINA VANTZOU – No. 4
(Kranky, 2018)
Il quarto album di Christina Vantzou rappresenta un’ulteriore tappa dell’itinerario dell’artista statunitense rivolto alla creazione di un’ambience dal pronunciato substrato classico-orchestrale. Rispetto a “No. 3” (2015), in “No. 4” si assiste a una nuova rotazione di collaboratori (nell’occasione Steve Hauschildt, John Also Bennett, l’ex-Dirty Projectors Angel Deradoorian, Clarice Jensen, Beatrijs De Klerck e componenti dell’ensemble belga Echo Collective), mentre non muta in maniera sostanziale la commistione tra strumentazione acustica e digitale sapientemente dosata dalla Vantzou.
Anzi, nelle undici tracce che formano il lavoro, la linea di confine tra la natura degli elementi sonori che le costituiscono è quanto mai sfumata, tradotta invece in un omogeneo flusso di frequenze generate da un articolato impianto orchestrale, che include pianoforte, arpa, ritmiche acustiche e archi, ma anche synth ed eterei frammenti vocali.
Un processo produttivo accuratamente inteso alla modulazione elettro-acustica delle frequenze e improntato in primo luogo all’equilibrio ha riassunto l’approccio creativo di Christina Vantzou nei delicati movimenti di una sinfonia neoclassico-ambientale la cui ideale solennità scolora invece in paesaggi sonori di surreale fragilità, tanto evanescenti da dover essere colti al volo, sul sottile crinale tra iterazione e armonia.