HELLVETE – Droomharmonium
(Morc, 2018)
Quattro brani, due cd, cento minuti di visionarie derive costruite sull’harmonium: questo il contenuto, già suggerito dal titolo, di “Droomharmonium”, nuovo lavoro di Glen Steenkiste. La lunga durata è del resto consustanziale alle creazioni dell’artista belga, già membro di Sylvester Anfang II, che sotto l’alias Hellvete sviluppa espanse scie sonore che nell’estensione temporale trovano elemento necessario per dispiegare il proprio effetto ipnotico.
Costruite a partire da singoli impulsi organici, le quattro tracce seguono tutte un percorso incrementale, soltanto culminante in torsioni di moderata acidità. Smentendo cliché di respingente alienazione, Steenkiste riesce a gestire iterazioni minimali e sperimentale complessità di texture, amplificando le frequenze del suo strumento fino a trasfigurarle in correnti luminose che toccano apici di sorprendente leggerezza, ovviamente parametrate al formato.
Da particelle di distante psichedelia, l’artista belga ricava dunque itinerari d’ascolto non più solo autoreferenziali, bensì rivolti a catartiche immersioni analogiche.