ED COOKE – Little Fire
(Whitelabrecs, 2018)
Un endemico senso di nostalgia promana dalle sette tracce di “Little Fire”, costruite da Ed Cooke attraverso una combinazione di arpeggi acustici ed elettrici, incorniciati da ritmiche e texture atmosferiche che ne alimentano il distante calore. Non si tratta di suggestioni astratte, bensì di elementi connaturati all’ispirazione dell’artista inglese, da tempo residente nel sud-est asiatico.
Dalla distanza fisica e dal calore atmosferico dei luoghi, Cooke ricava gli elementi costitutivi del proprio lessico sonoro, interpolato da minute componenti tratte dalle tradizioni musicali locali e proiettato verso una dimensione di riflessiva quiete spirituale, la cui natura strumentale non espunge tuttavia l’affacciarsi discreto della voce (“Worth”). Alle intricate dinamiche descritte dalle corde, corrispondono infatti fiati e percussioni le cui frequenze, emesse da locali strumenti di bambù, si innestano su linguaggi folk occidentali, dando luogo a un’ibridazione meditativa che, senza ricadere nel mero esotismo, trova significativi punti di contatto tra tradizioni popolari di oriente e occidente.