LORENZO MASOTTO – Frames
(Lady Blunt, 2019)
È un processo di incessante evoluzione quello seguito da Lorenzo Masotto, album dopo album. “Frames” è il quinto di una serie intrapresa quattro anni fa con “Seta” e che è andato via via arricchendosi di elementi compositivi e calde sfumature sonore. Non per questo Masotto ha mai abbandonato il tocco lieve che caratterizzava le sue prime intersezioni cameristiche, proiettandolo invece verso una dimensione espressiva sempre più ampia, che ha gradualmente abbracciato prima l’elettronica e quindi un’impostazione orchestrale di ariosa modernità.
Niente è scontato, infatti, nelle dense pieghe delle dieci tracce di “Frames”, che si snodano per poco più di un’ora, proponendo una varietà di ibridazioni tra acustico e sintetico, tra un classicismo non stereotipato e modalità di composizione contemporanee. Benché infatti Masotto non rinunci a ricamare trame pianistiche di sempre più intricata solennità, è l’interazione del suo strumento d’elezione con ambientazioni ora decompresse ora sature di densi vapori chiaroscurali, che ne plasmano caratteri in continua mutazione.
Tra i paesaggi sonori di Masotto, al solito fortemente evocativi e “cinematici”, tornano così ad affiorare frammenti vocali e vibrazioni d’archi che rivelano la ricchezza di una vivida tavolozza espressiva, le cui contemplative suggestioni notturne si dischiudono a disegnare una policromia di mondi armonici possibili.