AARKTICA – Mareación
(Hanaqpacha Music, 2019)
Se si eccettua l’Ep “Ceremony” (2016), erano ben dieci anni che Jon DeRosa non pubblicava un lavoro sotto l’originario alias Aarktica. Durante questo periodo, l’artista newyorkese ha piuttosto sviluppato un’elegante formato cantautorale, manifestato in due album di ottima fattura, “A Wolf In Preacher’s Clothes” (2012) e “Black Halo” (2015), senza tuttavia smarrire mai il gusto per ambientazioni sonore dilatate e sognanti, dispensate dai compassati riverberi applicati alla sua chitarra elettrica.
Ritrovare dunque la sigla Aarktica presenta dunque un chiaro significato rispetto alle derive sonore di DeRosa, che tornano dunque ad assumere consistenza impalpabile, nell’occasione allegata a una traccia concettuale di arioso naturalismo. In nove lunghi brani la cui durata complessiva supera i settanta minuti, “Mareación” delineano una sequenza di ampi paesaggi sonori, non circoscritti a una dimensione atmosferica ma invece aperti a sinuosi abbracci armonici.
Pur ammantato di spiccati contenuti meditativi, il lavoro si snoda gradualmente attraverso una varietà di timbriche e modulazioni, che in un paio di episodi (la ballata al rallentatore “Golden City (All Is Love)” e la sospesa “Eating Rose Petals”) tornano ad accogliere sognanti parti vocali, innestate con naturalezza nella sequenza di onde e frequenze placidamente stillate da DeRosa. Anche per questo, in “Mareación” il suo sguardo appare rivolto non soltanto a quanto realizzato nel precedente decennio sotto la sigla Aarktica, bensì si estende a un ventaglio di sensazioni che dall’atmosfera esteriore si indirizzano a un’esperienza meditativa, scandita da frequenze e armonie estatiche, più calde e avvolgenti che mai.