JAMES MURRAY & FRANCIS M GRI – Remote Redux
(Ultimae, 2019)
I percorsi creativi, le sensibilità e lo stesso dato per cui entrambi sono curatori di etichette dedicate alla sperimentazione ambientale a più ampio spettro (rispettivamente Slowcraft e KrysaliSound) hanno reso del tutto naturale l’incontro e la conseguente collaborazione tra James Murray e Francis M Gri.
I sei densi brani di “Remote Redux” ne rappresentano fedelmente la sintesi, sottesa a un comune denominatore tematico, individuato nei concetti di distanza e ricordo, e sviluppato con la perizia e la ricchezza di particolari sonori propria di entrambi gli artisti. Tutti incentrati su essenziali stratificazioni ambientali, i brani che formano il lavoro si protendono lungo durate estese sulle quale sono innestate minute variazioni che ne elevano le risonanze più o meno sature a definire un microcosmo sonoro di avvolgente malinconia e lirismo “orchestrale”. Così, frequenze silenti si trasformano attraverso variazioni graduali in progressioni atmosferiche di un’ambience avviluppata in un velo di opacità non solo atmosferica, ma connessa a distanze fisiche e temporali.
Le tavolozze di Murray e Gri si mostrano pienamente complementari nella rappresentazione di simili paesaggi immaginari, sia dal punto di vista realizzativo che delle sensazioni evocate, in un equilibrio che trova manifestazione emblematica nella progressiva dilatazione della durata dei brani lungo la tracklist e in particolare nella duplice versione di “Toma”, la più ampia delle quali presenta un prologo di fragile armonia. Oltre la tecnica e le tracce tematiche, “Remote Redux” suggella dunque un’affinità di istinti creativi, il cui risultato non poteva che essere una declinazione ambientale raffinatissima e profondamente suggestiva.