RAPT
Wayward Faith
(Z Tapes, 2022)*
Le dilatate sospensioni che caratterizzano la musica di Jabob Ware, che tanto avevano impressionato in “None Of This Will Matter” (2019), costituiscono la premessa del nuovo “Wayward Faith”. Non si tratta solamente di elementi stilistici, pur decisivi nel lessico del songwriter di Brighton che ormai da qualche anno incide sotto l’alias Rapt, ma di connotati di un percorso che lo ha condotto alla scrittura delle sette canzoni che formano la scaletta del lavoro, originato appunto da un tempo sospeso, che lo ha visto tornare a luoghi e sensazioni sopite nella sua memoria personale.
Tutto ciò è evidente nei temi e nei tempi delle canzoni di “Wayward Faith”, invariabilmente lente e dai contorni sfumati, tanto da trasmettere fin dai primi accordi un’aura malinconica e dolcemente autunnale. Completamente deposti gli echi elettrici, ancora presente nel primo periodo dell’esperienza di Rapt, Ware corona la propria trasformazione in cantore delicato e sensibile, i cui brani innestati su soffici linee armoniche di chitarra o pianoforte sono avvolti da un’aura ovattata e confidenziale, che ne avvicinano da subito l’ascoltatore alla lieve poetica.
Pur solitarie nell’ispirazione e nella loro stessa attitudine, le canzoni di “Wayward Faith” risultano infatti tutt’altro che ripiegate sulla personalità del loro artefice principale, tanto per l’accogliente atmosfera che le incornicia, quanto per la stessa condivisione creativa alla base della loro realizzazione, che vede la partecipazione di altri musicisti, tra i quali Luke De-Sciscio e, nuovamente, Demi Haynes, le cui suadenti interpretazioni si intrecciano con quelle di Ware. Dalle sue sommesse ballate, tuttavia, non promana soltanto serafica limpidezza, ma a tratti anche una sottile inquietudine, come ad esempio nella pur smussata torsione elettrica alla fine di “Last Night In Exile” e in generale nelle stesse sospensioni atmosferiche, che generano come un senso di attesa per ogni nota o elemento armonico successivo.
Il piccolo mondo interiore condensato in “Wayward Faith” appare comunque sempre frutto di meditazioni serene, tanto da comunicare costantemente un senso di pace intriso di quella dolce nostalgia per luoghi e tempi trascorsi che solo un animo sensibile riesce a cogliere, restituendolo in un diario di canzoni in penombra, carezzevoli e fortemente empatiche.
*disco della settimana dal 29 agosto al 4 settembre 2022