AUTISTICI – Beneath Peaks
(Hibernate, 2012)

Per quanto possano apparire monotoni, o comunque non particolarmente affascinanti, i paesaggi della countryside britannica non cessano di fornire fonti di ispirazione per artisti operanti in ambiti musicali diversi. Non più solo romantici contemplatori come July Skies ed Epic45, ma anche compositori neoclassici e manipolatori elettronico-ambientali si sono lasciati guidare dalle suggestioni evocate dalle storie, dai colori e dai suoni stessi raccolti in territori rurali, nei quali la presenza dell’uomo è assente o comunque ridotta.

L’ultimo a cimentarsi in un’esplorazione al tempo stesso sonora e naturalistica è David Newman, artista solitamente dedito a un’elettronica più vivace in qualità di responsabile delle etichette Audiobulb e Audiomoves, che quale luogo di realizzazione del nuovo lavoro del suo progetto ambientale Autistici ha scelto il Peak District, zona montuosa dell’Inghilterra sud-occidentale.
Un po’ come Simon Scott per il suo splendido “Below Sea Levels”, in “Beneath Peaks” Newman ha assemblato frammenti di field recordings raccolti sui luoghi con suoni generati da chitarra, pianoforte, sintetizzatori e altri dispositivi elettronici.

L’accuratezza con cui gli elementi di base del lavoro vengono giustapposti e di volta in volta ricombinati, restituisce la varietà del territorio descritto in musica e quella delle sensazioni da esso suscitate nell’artista, in piena coerenza con la finalità riposta nel progetto Autistici, ovvero quella di analizzare i più minuti effetti dell’interazione del mondo interiore umano con quello circostante.
Così, nel corso delle sue undici tracce, si avvicendano inquiete saturazioni sintetiche e dense irregolarità ambientali, attraversate da voci distanti e suoni naturalistici quali il verso degli uccelli. La pluralità degli elementi tende tuttavia talvolta a smarrire l’unitarietà del discorso musicale, invece decisamente più efficace ed evocativo quando scolora in coltri dense e ipnotiche, come lungo i sette minuti di “Aidele” e nella conclusiva “Sleep State For Carl Wark” oppure quando, in “Edge Over Milestone”, si arricchisce di caldi riverberi chitarristici.

Seppur meno riuscito dal punto di vista delle possibilità di coinvolgimento rispetto ad altri lavori generati secondo un metodo analogo, “Beneath Peaks” rappresenta comunque un interessante tentativo di esplorazione musicale e umana, che lo rende se non altro un’ulteriore cartolina in grado di completare un’ideale mappa sonora dei paesaggi inglesi.

http://www.autistici.com/

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