chris_weeks_the_lost_cosmonautCHRIS WEEKS – The Lost Cosmonaut
(Odd John, 2013)

Dall’evanescente marea di “The Ebb & Flow” all’immensità del cosmo più profondo di “The Lost Cosmonaut”, per Chris Weeks il passo è più breve di quanto si possa immaginare. Non solo perché i due lavori dell’artista sperimentale gallese sono divisi da un intervallo di poco più di sei mesi, ma perché entrambi appaiono accomunati da un filo conduttore concettuale affine, individuabile nello smarrimento di fronte all’incommensurabilità di fenomeni e spazi naturali.

Ben diverso è tuttavia il codice comunicativo impiegato da Weeks, che in “The Lost Cosmonaut” abbandona la sinuosa ambience del precedente, in favore di una densa tensione elettrica, che percorre con poche smussature la ben oltre un’ora di durata del lavoro.

L’ottundente inquietudine dello smarrimento travolge fin dalle frequenze spettrali dell’iniziale “Comms”, che si trasformano ben presto in segnali alieni irregolarmente distorti (“Lagoon”, “Pulsar”) o in correnti statiche (“Aeon”, “Stasis”), che sublimano il rumore cosmico di fondo in spire popolate da spettrali rarefazioni.

Il claustrofobico universo sci-fi creato da Weeks si dirada soltanto nelle due tracce conclusive, che assicurano il lieto fine del ritorno sulla Terra dell’”astronauta disperso”, salutandolo con epiche coltri sintetiche in progressiva espansione (“Ionosphere”) e infine con i rassicuranti, familiari soffi ambientali di “Earth”, che suggellano l’ideale colonna sonora di un’odissea spaziale post-moderna.

http://chrisweeksmusic.com/

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