PJUSK / SLEEP ORCHESTRA – Drowning In The Sky
(Dronarivm, 2014)
Una coincidenza e un ricordo commosso sono alla base della collaborazione tra il duo dark-ambient dei norvegesi Rune Andre Sagevik e Jostein Dahl Gjelsvik e il progetto di Christopher Pegg a nome Sleep Orchestra. La coincidenza è un incontro avvenuto nel corso di un festival spagnolo ed è proprio discesa dalla fonte del ricordo, un caro amico di Pegg all’epoca da poco scomparso, che è stato colui che gli ha fatto conoscere per primo la musica di Pjusk.
Le inospitali lande sonore pennellate dalla collaborazione tra i due nuclei creativi assumono dunque l’ulteriore significato di un’elegia ghiacciata, composta da dense saturazioni droniche e vaporose coltri ambientali. Le texture claustrofobiche di Pjusk costituiscono il punto di partenza della maggior parte delle sei lunghe tracce comprese in “Drowning In The Sky” che, pur svolte secondo processi e iter differenti, denotano un accurato lavoro di scultura sonora, all’esito del quale un’articolata rassegna di rumori e pulsazioni viene sublimata in soffi persistenti e tremule screziature.
Mentre nella prima metà del lavoro prevalgono componenti più torbide e inquiete (“Donitsk”, “Skdiv”) di maree nere in graduale espansione, superati i rilucenti fremiti di “Aoleeingal”, la parte conclusiva svapora in rarefazioni più ariose, costellate da un pulviscolo atmosferico in forma di crepiti e distorsioni minimali, che nell’ultimo brano “Vansunbarth” cedono il passo a liquide suggestioni cinematiche, rivelando come sotto lo spessore di una superficie ghiacciata alberghi ancora una vitale emozionalità, non destinata a svanire come impronte sulle nevi perenni.
L’immersione nello spazio infinito del cielo di “Drowning In The Sky” rappresenta così, anche nell’individuazione di un’estetica condivisa, un intrigante approccio alternativo al claustrofobico immaginario dark-ambient.
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