MICHAEL TANNER – Witch Elder
(Reckno, 2012)
Anche Michael Tanner, già impegnato in molteplici progetti tra i quali il più duraturo può considerarsi Plinth, si lascia affascinare dalla riscoperta dei nastri quali supporti per creazioni musicali tanto sperimentali quanto limitate.
Ecco così comparire a suo nome, in sole cento copie su cassetta, la mezz’ora di improvvisazioni su una vecchia tastiera analogica raccolta sui due lati di “Witch Elder” e ripartita in sette brevi pièce nelle quali l’artista inglese cerca di catturare ancora una volta i contorni evanescenti di immagini e ricordi.
Benché uniformi e spettrali, le sue improvvisazioni – qui presentate senza alcun successivo rimaneggiamento – delineano un’ambience irregolare, sul cui fondale straniante si affacciano flebili note acustiche, frammenti corali provenienti da un’altra dimensione e modulazioni del suono che smuovono appena le frequenze analogiche sibilanti e ipnotiche.
Ancor più impalpabile del solito, il suono creato da Michael Tanner si attaglia di nuovo in maniera adeguata alla tematica alla quale è dedicato, formulando un incantesimo di mezz’ora, che può trascinare in dimensioni fisiche e mentali aliene.