PETER BRODERICK – These Walls Of Mine
(Erased Tapes, 2012)
Chi avrebbe mai immaginato di vedere Peter Broderick provare a fare la faccia cattiva sulla copertina di un suo album, con tanto di parental advisory allegato? Probabilmente gli stessi disposti a scommettere che il prolifico polistrumentista e compositore di origine danese si sarebbe mai cimentato con l’hip hop…ovvero nessuno!
Eppure è proprio quel che avviene – e salta immediatamente all’orecchio – nella sua seconda prova stagionale, “These Walls Of Mine”, nata quasi per gioco con l’omonimo spoken word creato nel 2009 e sviluppata lungo oltre due anni di saltuarie registrazioni tra Berlino e Copenhagen.
Ma Peter Broderick non è certo impazzito, né tanto meno pensa di candidarsi a emulo di Eminem, sia perché i germi di questa sua imprevedibile mutazione erano già presenti in forma di ritmi segmentati e strofe spezzate in un paio di brani del disco pubblicato in primavera, “http://www.itstartshear.com“, sia perché, dopo l’inevitabile spaesamento iniziale, “These Walls Of Mine” si rivela in realtà frutto di un profondo lavoro sulle voci, che non disdegna autentici slanci rap, ma confluisce piuttosto in una dimensione gospel-soul.
È pur vero che le armonie pianistiche e le delicate trame acustiche di Broderick hanno qui lasciato il posto a impulsi ritmici e soffuse basi sintetiche, tuttavia anche questo ambizioso esperimento reca la sua firma riconoscibile; lo si potrebbe chiamare hip hop neoclassico o intimista…
(pubblicato su Rockerilla n. 386, ottobre 2012)