veronica_falls_waiting_for_something_to_happenVERONICA FALLS – Waiting For Something To Happen
(Bella Union / Slumberland, 2013)

Se per le tante band impegnate nell’attualizzazione del pop chitarristico del periodo a cavallo tra anni ’80 e ’90 è stato piuttosto facile imporsi all’attenzione generale attraverso l’agile formato del singolo – o, al più, attraverso concisi album che ne raccoglievano una buona parte – ben più difficile è la conferma e la continuità sulla distanza.
Non sfugge del tutto allo schema il quartetto inglese dei Veronica Falls, che nel volgere di poco più di un anno bissa l’omonimo debutto con tredici nuove popsong, ancora una volta in bilico tra nostalgie surf sixties, attitudine wave moderatamente oscura e liquidi muri elettrici che alternano torsioni shoegaze a un vivace jingle jangle.

A differenza della fosca ispirazione dell’esordio, “Waiting For Something To Happen” è un lavoro leggero e sbarazzino, tanto per le sue tematiche sentimentali post-adolescenziali quanto per l’immediatezza del suono sbarazzino che ne circonda le tredici canzoni racchiuse in appena trentasei minuti di durata totale.
Al contempo, pare che la sensibilità pop della band guidata dalla vocalist Roxanne Clifford si sia evoluta ad nel senso di una maggiore confidenza melodica, che abbraccia tonalità sognanti e semplici melodie dall’impatto immediato.

Canzoni lievi e scanzonate (“Teenage”, “Daniel”) si susseguono così, senza soluzione di continuità, a corpose circolarità elettriche (“Shooting Star”), coretti leggiadri degni dei “colleghi” Pains Of Being Pure At Heart (“Broken Toy”), arpeggi di residua cupezza (“Falling Out”) e scatenati assalti esplicitamente pop (“My Heart Beats”, che non a caso ha anticipato l’album su un 7” pubblicato nel 2012).

Laddove dunque l’esordio poteva apparire in parte monocorde, o comunque molto prossimo a un’estetica sostanzialmente uniformata, “Waiting For Something To Happen” mostra che la divertita vena pop dei Veronica Falls non si è affatto inaridita, come facilmente accade a tante (più o meno) “next big thing”, ma, maturando, si è irrobustita arricchendosi di una consapevolezza che traspare nella gradevole facilità d’ascolto delle sue canzoni da tre minuti.

http://veronicafalls.com/

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