JON HOPKINS – Immunity
(Domino, 2013)
Nel periodo intercorso dal suo ultimo album solista propriamente detto (“Insides”, 2009), Jon Hopkins ha avuto modo di confrontarsi con esperienze collaborative prestigiose e ardite, che ne hanno segnato la definitiva maturazione in qualità di musicista elettronico, produttore e arrangiatore.
Prima l’incontro col mostro sacro Brian Eno (“Small Craft On A Milk Sea”, 2010, insieme anche a Leo Abrahams), poi l’abbagliante binomio con il folksinger King Creosote (“Diamond Mine”, 2011) ne hanno messo in luce qualità per certi versi imprevedibili.
“Immunity” segna invece il ritorno dell’artista inglese alla solitudine creativa e all’elettronica più pura, vissuto da un lato ponendo un’accentuata enfasi pulsazioni da dancefloor e dall’altro sviluppando una non comune capacità di creare immaginari sonori.
L’ora di durata del lavoro appare suddivisa in due parti ben riconoscibili: la prima metà spinge con decisione sull’acceleratore ritmico, facendo leva su continui rilanci di bassi incalzanti e sincopi electro, mentre la seconda vira piuttosto verso l’atmosfera, contestualizzando il movimento in tiepide scie sintetiche o dissolvendolo in un’emozionante ambience pianistica.
È quest’ultimo il caso delle vaporose saturazioni di “Abandon Window” e soprattutto della title track conclusiva, completata proprio dagli evocativi vocalizzi di King Creosote, l’episodio più toccante di un album di elettronica esuberante ma dal cuore morbido.
(pubblicato su Rockerilla n. 394, giugno 2013)
music won't save you 