LUIS ANTERO – Terra d’água
(Galaverna, 2013)
Un’idea di rappresentazione sonora del tutto analoga a quella espressa dai connazionali Pedro Tudela e Miguel Carvalhais (@C) nella precedente pubblicazione di Galaverna “Re:Fujaco” è sottostante all’esplorazione di ambienti suburbani compiuti da Luis Antero in “Terra d’água”.
Non sembra affatto un caso che gli stessi Tudela e Carvalhais abbiano partecipato al lavoro, manipolando, con l’aggiunta di ulteriori segmentazioni ritmiche, la seconda traccia “Noventa e Sete”. Gli oltre sedici minuti della title track, invece, raffigurano un affresco delle vibrazioni della terra e dell’acqua, elementi essenziali della zona montuosa della Serra da Estrela, dove quei suoni sono stati raccolti.
Crepiti, fruscii, suoni spezzati percorrono l’intera durata della traccia, rivelando una finalità non meramente descrittiva quanto piuttosto comunicativa, volta a testimoniare attraverso messaggi auditivi l’interazione degli elementi e la loro valenza non solo sull’ecosistema locale ma soprattutto sul modo in cui questo possa essere percepito.
Sole, vento, pioggia e tutti i fenomeni di una natura in incessante trasformazione cristallizzano così una testimonianza auditiva che rappresenta altresì un monito all’alterazione degli equilibri degli elementi di terra e acqua.
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