FROZEN THOUGHTS – Calm Before The Storm
(Glacial Movements, 2013)
Ormai da qualche anno (all’incirca dalla pubblicazione di “The Art Of Dying Alone” di Bvdub), l’etichetta romana Glacial Movements sta progressivamente espandendo il proprio universo di isolazionismo ambientale, pur mantenendo un’estrema coerenza dal punto di vista concettuale ed estetico.
Per quanto si tratti di una premessa ormai ripetitiva per molte delle recenti uscite della creatura di Alessandro Tedeschi, la medesima considerazione è senz’altro valida al cospetto della sua ultima pubblicazione, accreditata a Frozen Thoughts, progetto ambientale di Petar Šakić, produttore e artista di origine croata, impegnato già dagli inizi degli anni 2000 in territori hard-core e post-industriali.
Il retroterra di Šakić si intravede in filigrana ai cinque lunghi brani che formano “Calm Before The Storm”, in superficie ben distanti dalla sua fisionomia artistica precedente, ma recanti proprie tracce distintive, sotto forma di variazioni e piccoli detriti sonori innestati su un flusso atmosferico espanso e ipnotico, che dissolve inquietudini dark-ambient in suadenti correnti sintetiche.
A field recordings tratti da neve, ghiaccio e vento, Šakić associa così persistenze avvolgenti e in lento crescendo, enucleando un linguaggio sonoro percorso da vitali trasformazioni ed estremamente suggestivo nella sua resa complessiva. Alla meraviglia emozionale di purissima ambient music di “We Are Not Alone” e all’ipnosi spaziale dai distanti echi dub di “Reflections Of Dead Maidens” (espressione vichinga designante l’aurora boreale) e al naturalismo rarefatto di “Godlight” Šakić contrappone una tensione magmatica di fondo, talora affiorante in dense saturazioni oltre che nei brulicanti retaggi di rumore post-industriale nei quali sfocia la conclusiva title track.
Forse proprio perché frutto di un lungo percorso di avvicinamento, la prima prova ambientale di Šakić è una coesa ed avvincente immersione nella luce e negli spazi di infiniti paesaggi cristallizzati dal freddo, che conferma l’estensione degli orizzonti di Glacial Movements, etichetta il cui percorso continua a fornire un’inusitata ampiezza di respiro al suo imprinting di isolazionismo ghiacciato.