MARSEN JULES TRIO – Présence Acousmatique
(Oktaf, 2013)
L’ensemble che vede il poliedrico Martin Juhls affiancato dai gemelli Anwar e Jan-Philipp Alam al pianoforte e al violino espande ulteriormente lo spettro delle sperimentazioni del poliedrico artista tedesco in un contesto in cui elettronica e strumentazione da camera si fondono in austere partiture dal piglio notturno e dalle non celate suggestioni jazzy.
Nel corso delle sei tracce di “Présence Acousmatique”, ben suggellate dal titolo del lavoro, l’elettronica di Juhls si limita infatti quasi soltanto a circoscrivere i fondali sui quali florilegi d’archi dialogano con dissonanze e sensibili segmentazioni ritmiche (l’iniziale “OEillet Parfait / OEillet Sauvage”) o esili schegge di rumore smuovono frequenze ambientali statiche (“Maison en vitre”). Al di là di qualche eccesso cerebrale, in particolare nel jazz pianistico di “Excalibur”, l’affresco sonoro risultante dall’interazione del trio rivela affascinanti suggestioni di camerismo cinematico, che in particolare nei due brani completati dal sax di Roger Döring (Dictaphone) sfocia in altrettante declinazioni di un’ambience orchestrale intepretata nel primo caso in senso neoclassico (“Histoire de la nuit”) e nel secondo in quello della creazione di avvolgenti paesaggi sonori (“Éclipse”).
Inevitabilmente sospeso tra le diverse formazioni musicali degli artisti che vi hanno dato luogo, il percorso di poco inferiore all’ora di “Présence Acousmatique” risulta tuttavia non solo una colonna sonora dai contorni piacevolmente agrodolci ma un nuovo esperimento di fusione di linguaggi da parte di Juhls, che va ad aggiungersi con pari dignità accanto al suo principale progetto solista e all’alter-ego elettronico krill.minima. E il fatto che abbia pubblicato nel volgere di pochi mesi lavori sotto le tre diverse denominazioni denota l’inesauribile curiosità creativa dell’artista tedesco, instancabile ricercatore di formule espressive tra classico e moderno.