MÚM – Smilewound
(Morr Music, 2013)
Uno sguardo alle origini elettroniche, distanti ormai oltre dieci anni, uno alle mutazioni stilistiche del travagliato periodo di mezzo e uno a futuribili ipotesi di sussistenza di un progetto adesso più vivo e camaleontico che mai. Questa, in estrema sintesi, la ricetta elaborata dagli storici componenti della band, Örvar Þóreyjarson Smárason e Gunnar Örn Tynes, per il loro sesto album, risultante di contrasti agrodolci, ben rappresentati dall’ossimoro del titolo.
“Smilewound” è infatti un coloratissimo e vorticoso pout-pourri di suoni e sensazioni, nel quale richiami ai primigeni intarsi folktronici, talora accentuati in esuberante giocosità analogica, si alternano raffinato minimalismo e dolci carezze melodiche. Tracce della coralità folk del precedente “Sing Along To Songs You Don’t Know” (2009) permangono quasi solo nella cover dei connazionali Hjaltalín (“Sweet Impressions”), mentre un cangiante intreccio di tastierine vintage e ritmiche reali delinea ora scatenate colonne sonore da videogame primordiali (“When Girls Collide”), ora basi di soffuso brio per suadenti quadretti di obliquo dream-pop elettro-acustico.
Proprio questi ultimi (“Slow Down”, “One Smmmmmile”, “Time To Scream And Shout”), che vedono la cantante Sigurlaug Gísladóttir non far rimpiangere Kristin Anna Valtýsdóttir, sono il miglior emblema della ripartenza di una band che ha finalmente ritrovato la propria ispirazione. Bentornati!
(pubblicato su Rockerilla n. 397, settembre 2013)