MATT ELLIOTT – Only Myocardial Infarction Can Break Your Heart
(Ici D’Ailleurs, 2013)
Che Matt Elliott sia a un nuovo, seppur parziale, punto di svolta lo si intuisce fin dall’artwork del suo sesto disco a proprio nome: non ci sono più le funeree monocromie della trilogia delle “Songs”, ma l’immagine di copertina e la ironia decifrabile nel titolo dell’album suggeriscono già un certo scostamento dalle disperate riflessioni sui destini dell’umanità culminate in “The Broken Man”.
Sia chiaro, “Only Myocardial Infarction Can Break Your Heart” è tutto fuorché un lavoro leggero e ottimista; anzi, appare piuttosto frutto della consapevolezza della sconfitta nella sfera pubblica e del conseguente spostamento dell’attenzione di Elliott su temi più personali. Intatto permane l’interesse dell’artista inglese per le tradizioni musicali euro-mediterranee, omaggiate attraverso spanish guitar e arrangiamenti intrisi di pathos decadente.
Non mancano residue tracce di nervose impennate elettriche e di ebbra coralità spettrale, tuttavia disseminate in un contesto da elegante chansonnier, che getta un ponte tra il calore di sinuosi boleri e una sbilenca orchestralità mitteleuropea. Il mondo sonoro e narrativo tutto sommato lieve che percorre il disco, fin dai diciassette minuti dell’iniziale “The Right To Cry”, rappresenta l’emblema del nuovo/vecchio corso di Matt Elliott, adesso più vicino al disincantato romanticismo di “Drinking Songs” che all’invariabile angoscia degli ultimi dischi, con rinnovata ispirazione.
(pubblicato su Rockerilla n. 399, novembre 2013)