OISEAUX-TEMPÊTE – Oiseaux-Tempête
(Sub Rosa, 2013)
L’ennesima avventura di Frédéric D. Oberland (FareWell Poetry, Le Réveil des Tropiques, The Rustle Of The Stars) vede l’attivissimo compositore francese affiancato dal fido Stéphane Pigneul e da un musicista di estrazione diversa quale Ben Mc Connell (Beach House, Marissa Nadler) nel dar vita a un terzetto rock improntato da un lato all’improvvisazione free e dall’altro allo sviluppo di paesaggi sonori che continuano ad affondare le proprie radici nelle fascinazioni post-rock.
Tutto ciò è ben evidente nel monumentale impianto dell’omonimo esordio di Oiseaux-Tempête, undici tracce per un’ora e un quarto di durata nel corso del quale un abrasivo impatto elettrico – inizialmente piuttosto affine a quello di Le Réveil des Tropiques – viene filtrato da un piglio fondamentalmente romantico, fino a diluirne i vapori sulfurei in crescendo cinematici, di struggente coinvolgimento.
Proprio le partiture declinanti verso l’ambient e quelle nelle quali Oberland rispolvera maestosa saggi orchestrali applicati al formato rock-trio rappresentano al meglio l’autonomia concettuale di un progetto di fruizione altrimenti faticosa. Rilanci armonici e morbide rarefazioni quali quelle di “Sophia’s Shadow” e “Nuage Noir”, unite alla trasformazione dell’inusitata canzone rock “Buy Gold (Beat Song)” da languori sognanti a taglienti coltri di rumore plasmano così l’universo sonoro in movimento magmatico di Oberland e soci, che dietro uno spessore sonoro talora granitico, lascia sempre baluginare la possibilità di un’isola (“L’île”).