MESSAGE TO BEARS – Maps
(Self Released, 2013)
Il terzo capitolo delle esplorazioni ambient-acustiche di Jerome Alexander sotto l’alias Message To Bears segna per il polistrumentista inglese un ritorno alle origini dell’autoproduzione e, nel contempo, un tentativo di sintesi tra le estatiche contemplazioni dello splendido esordio “Departures” e il progressivo complemento di layers e pulsazioni elettroniche del secondo “Folding Leaves”, estremizzate nel recente Ep a proprio nome “Moments”.
Nelle nove tracce di “Maps” le due anime di Alexander trovano un punto d’equilibrio, arricchito dalla frequente presenza dell’elemento vocale. Non per questo l’album presenta vere e proprie canzoni, quanto piuttosto la voce viene impiegata nella prevalente funzione di ulteriore enfasi “ambientale” di paesaggi sonori già evocativi e sognanti.
Il lavoro reca così, da un lato, gli abituali tratti distintivi della musica di Message To Bears, disegnando sogni arcadici attraverso arrangiamenti d’archi, riverberi e delicati arpeggi acustici, dall’altro si attesta su scenari che dall’avvolgente affinità con The Album Leaf muove verso armonie scheletriche e visionarie cadenze vocali che possono far pensare persino al primo James Blake. È il caso di brani quali “Rather Stay” o “Two Finds Two”, mantra ipnotici gestiti con grande raffinatezza, mentre i riflessi aurorali dell’iniziale “Sun Breaking Through” e i languori bucolici riaffioranti ad esempio in “I Know You Love to Fall” e “You Are A Memory”.
Nel complesso, “Maps” dischiude nuovi orizzonti all’impressionismo elettro-acustico di Alexander, sempre più distante da semplice descrizioni ambientali e ormai lanciato verso una formula che attraverso melodie vocali e ritmiche sfumate offre credibili strumenti di orientamento nel suo terreno espressivo cangiante e in incessante espansione.