NILS FRAHM – Spaces
(Erased Tapes, 2013)
È spesso una questione di dettagli a distinguere i tanti onesti esecutori di intersezioni tra neoclassicismo e musica elettronica da coloro che sono davvero in grado di applicarvi idee creative. Addentrarsi negli oltre settantacinque minuti di durata di “Spaces”, terzo album vero e proprio di Nils Frahm, induce ad ascrivere il compositore tedesco alla seconda categoria, giustificandone a pieno titolo la considerazione dimostrata nei suoi confronti da tanti colleghi musicisti in una lunga serie di collaborazioni e produzioni.
“Spaces” parte da un’idea in fondo semplice: restituire su disco le sensazioni e, appunto, gli spazi fisici e sonori di esibizioni dal vivo catturate nell’estemporaneità dell’improvvisazione e di rumori di fondo accidentali. Gli undici brani compresi nel lavoro risultano così estremamente variegati per modalità di registrazione, timbrica e connotati stilistici; in essi Frahm non solo evidenzia una pluralità di registri pianistici – da un minimalismo compassato a coinvolgenti aperture emozionali e arabeschi di improvvisata vivacità – ma sviluppa anche in parallelo una più marcata matrice elettronica attraverso tastiere che descrivono brillanti parabole di satura densità stellare.
L’incontaminata sensazione di ampiezza degli spazi fisici che si respira nel corso del lavoro espande ulteriormente il respiro delle creazioni di Frahm, adesso finalmente giunto alla definitiva consacrazione.
(pubblicato su Rockerilla n. 399, novembre 2013)