SIMA KIM – Debris
(Soft Corridor, 2013)
Il nome del giovane e prolifico coreano Sima Kim è in breve tempo diventato familiare a quanti seguono con attenzione le sperimentazioni ambientali. Da tempo residente in Europa e interessato appunto tanto allo studio della musica classica quanto alle manipolazioni droniche.
“Debris” è la sua ultima creazione, frutto di una declinazione ambientale impostata sul duplice binario del trattamento sintetico di suoni reali e sull’espansione attraverso echi e riverberi di timbriche chitarristiche e sparse note acustiche. Il titolo stesso del lavoro evidenzia il carattere particellare delle creazioni di Kim, che per l’occasione dimostra di saper lavorare tanto su brevi frammenti quanto su persistenze di durata prolungata: oltre a quattro “detriti” intorno alla media di due minuti di durata e consistenti in poco più che soffi sonori che sollevano un pulviscolo di microtoni, il lavoro comprende infatti tre composizioni ben più strutturate.
La prima di queste, “Night Flight”, vede Kim affiancato da Heidi Harris in un vortice di cupe saturazioni sintetiche, mentre la terza “May” è tutta impostata su iterazioni di impulsi pianistici che creano un’ambience caldamente ipnotica. Fulcro del disco, tanto dal punto di vista della tracklist che da quello della durata, è il monolite di ben venti minuti “Where I Was With You”, sinfonia di impalpabile, brumosa malinconia, che riassume lo spettro d’interesse e la stessa estetica sonora di Sima Kim, artista per formazione e linguaggio espressivo vicino come pochi altri all’elaborazione di un nuovo genus neoclassico-ambientale.
Edizione limitata a trecento copie cartonate pubblicata dalla belga Soft Corridor; mastering a cura di Fraser McGowan.
music won't save you 