WATOO WATOO – Une Si Longue Attente
(Jigsaw, 2014)
Mentre le canzoni dei suoi Mumbly sono appena tornate a rivedere la luce dopo essere state conservate gelosamente in un cassetto per oltre tre lustri, l’attesa per ritrovare una pubblicazione dell’altra band del bassista Michaël Korchia è stata relativamente più breve. Solo (si fa per dire) sette anni separano infatti il precedente “La Fuite” dal quinto album dei Watoo Watoo, emblematicamente intitolato “Une Si Longue Attente” e da poco pubblicato dalla californiana Jigsaw, ormai conclamata nuova mecca dell’indie-pop tradizionale.
Negli ultimi tempi c’è, insomma, decisamente un rinnovato fermento artistico in casa Korchia, nel vero senso della parola, visto che il nucleo essenziale di Watoo Watoo è costituito da Michaël e dalla moglie Pascale. Proprio la sua voce sottile e dotata di un fascino tipicamente francese caratterizza le dieci popsong di “Une Si Longue Attente”, insieme al multiforme universo sonoro prodotto dal marito, che nell’occasione punta in particolare su tastiere analogiche e cadenze ritmiche sbarazzine.
Fin dalla title track, contesto strumentale, idioma e sbarazzina scorrevolezza pop non possono evitare che la mente corra agli Stereolab più zuccherosi, mentre le raffinata leggerezza di canzoni quali l’iniziale “Un Lundi Comme Un Autre” e “Le Soir” e un po’ tutto si collocano in una linea di continuità con la chanson francese. Il gusto di Michaël Korchia per il modernariato e il pop sixties incornicia cartoline intrise di agrodolce malinconia (“Ce Vide”, “Un Simple Mot”) e frammenti costruiti su liquidi impulsi di tastiere in odor di lounge (“Minnax”, “Ne M’oublie Pas”).
In meno di mezz’ora, la coppia di coniugi francesi confeziona così una variopinta galleria di canzoni dal gusto ostentatamente retrò, dotate di tutta la leggerezza del pop d’autore, applicate nell’occasione a un’estetica minoritaria nell’attuale temperie revivalista e sviluppata con indole genuina e matura sensibilità di scrittura.