the_weary_band_serenity_mountainTHE WEARY BAND  – Serenity Mountain
(Self Released, 2014)

Cinque ragazzi da Bristol appassionati e fedeli all’autoproduzione, da quattro anni a questa parte mantengono l’invidiabile tabella di marcia di un disco all’anno. Si fanno chiamare The Weary Band e nel loro ultimo “Serenity Mountain” offrono un coerente affresco della variopinta vitalità artistica che ben giustifica l’attivismo discografico della band.

Il punto focale di interesse di The Weary Band è senz’altro individuabile in un folk moderno e frizzante, reso con spiccata attenzione alla resa melodica e agli arrangiamenti di canzoni animate da leggerezza primaverile e rifinite da soluzioni sonore in continua trasformazione. Basti passare in rassegna le tracce della prima metà del lavoro per trovarsi catapultati in un caleidoscopio nel quale, intorno alla voce guida del songwriter Tim Calleja, si avvicendano senza sosta affinità stilistiche e registri espressivi.

Se infatti l’incipit “She Lives On Serenity Mountain” imposta da subito lo sfondo folk sotteso a gran parte dell’album, peraltro declinato con leggerezza contemplativa, il binomio “Little Broken Star”-“ Like Children In A Foreign Family” disvela l’esuberante vena pop del quintetto, dapprima entro una matrice dai tratti folk ancora riconoscibili e, nella seconda occasione, attraverso una pronunciata estetica sixties, dai contorni vagamente acidi. L’andatura gradevolmente sbilenca delle canzoni è confermata dalla successiva “I Lost My Mind” – quasi un brano dei Tunng spogliato dell’elettronica – mentre i quasi sette minuti di “Over The Hill” rivelano il profilo più psych della band di Bristol, in un avvolgente crescendo di ritmiche circolari e chitarre effettate.

Ben lungi dal replicare uno schema, analoga varietà connota anche la seconda parte del lavoro nella quale, ad eccezione dell’umbratile coralità di “Some Other Time”, i toni tendono a innalzarsi, con una più corposa presenza elettrica, ritmiche decise e una grana ipnotica più densa.
A beneficio di una materia sonora magmatica e pulsante, la band disperde in questa parte del disco un po’ della freschezza iniziale, benché sia proprio la mutevole complessità del puzzle di “Serenity Mountain” a farne un lavoro ricco di spunti stimolanti, che anche nelle imprevedibili direzioni intraprese nel corso dei suoi cinquanta minuti, oltre che nella peculiare matrice folk-pop, trova motivi più che sufficienti per riservare a The Weary Band quanto meno un’incuriosita attenzione.

http://thewearyband.blogspot.co.uk/

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