THE IDITAROD – Foxfur And Rarebits (2000-2003)
(Morc, 2014)
Antesignano della riscoperta britannica di un folk ancestrale attraverso linguaggi visionari e modalità produttive casalinghe, The Iditarod, duo formato da Carin Sloan e Jeffrey Alexander (quest’ultimo membro fondante anche di Black Forest / Black Sea), aveva interrotto la propria attività dopo un quinquennio di produzioni sotterranee, rimaste in prevalenza ai margini anche delle attenzioni che quel settore espressivo aveva richiamato a partire da quel periodo.
Molto opportunamente, dunque, l’etichetta belga Morc, peraltro ultima ad aver ospitato un album del duo (“Kleine”, 2007) riporta alla luce sotto forma della raccolta “Foxfur And Rarebits (2000-2003)” dell’eterogeneo materiale originariamente pubblicato su singoli e compilation, oltre ad alcune outtake e a un’inedita registrazione dal vivo.Pur provenienti da fonti e contesti diversi, le sette tracce della retrospettiva presentano il tratto comune di un folk arcano, declinato nelle sue componenti più incantate, espresse in libera forma strumentale nelle due parti di “Feel The Breath Of The Woods Upon Your Heart”, che aprono e chiudono la raccolta, ma non per questo incapace di ballate avvolte in trasognati vapori psych.
C’è il velo di polvere degli Espers e il radicamento al misticismo bucolico di David Colohan in canzoni che affondano le radici nella tradizione (“Sparrow”, “Where The Cold Wind Blows”), materializzata da uno spettrale contesto da camera, nel quale compaiono il banjo e il clarinetto di Sharron Kraus e il violoncello di Margie Wienk. Proprio quest’ultima offre il cambio all’evocativa rarefazione della vocalità della Sloan nella mirabile cover dei primi Pink Floyd “Julia Dream” (1968), mirabile trait d’union tra mondi espressivi non poi così lontani.
Psichedelia e “weird folk”, in fondo, non sono altro che due facce del composito poliedro di una tradizione esplorata nei suoi aspetti più visionari e obliqui; The Iditarod ne hanno tratto una sintesi ispirata e non aliena da elementi di accessibilità, che la raccolta “Foxfur And Rarebits (2000-2003)” può costituire una valida occasione per (ri)scoprire.