SUBMERSE – Slow Waves
(Flau, 2014)
La recente pubblicazione di “Anniversary” del produttore californiano SELA. pare aver dischiuso all’etichetta giapponese Flau nuovi orizzonti incentrati, piuttosto che sulla delicatezza elettro-acustica, su ben più spigolosi linguaggi urbani e cut-up ritmici. Sulla stessa linea si pone il debutto sulla lunga distanza, dopo una lunga serie di Ep, del “beatmaker” inglese Submerse.
Gettando un ponte tra il proprio background originario e il contesto giapponese nel quale risiede e ha colto buona parte dell’immaginario raccolto in “Slow Waves”, l’artista inglese invia una serie di brevi cartoline sonore nelle quali segmentazioni ritmiche e texture ovattate convivono in sorprendente armonia. Superano i tre minuti di durata appena un quarto dei dodici brani del lavoro, che così mantiene un senso di immediatezza comunicativa niente affatto aliena da un piglio riflessivo e persino malinconico.
Le immagini che il disco tenta di cristallizzare risalgono infatti ai ricordi e alla esperienze di viaggio dell’artista, che ricorre a un arsenale di schegge elettro-acustiche e beat solo per brevi tratti pronunciati e invasivi. Suoni e tempi permangono invece in prevalenza caldi e rallentati, inducendo più a un confortevole rilassamento dub che non a scariche di adrenalina ritmica, in un costante processo rielaborativo in grado di congiungere mondi sonori solo in apparenza distanti.