GAIL GHIMP – Fire/Failure Soundtrack
(Soft Corridor, 2014)
Il culto sempre più diffuso del formato cassetta quale supporto ideale per limitati circuiti sperimentali trova la sua utilità anche nel recupero di brandelli sonori che altrimenti non sarebbero mai venuti alla luce. Nel caso di “Fire/Failure Soundtrack”, l’operazione un ulteriore significato umano, prima ancora che artistico, visto che si tratta di un’opera postuma di una misconosciuta artista multidisciplinare di origine inglese, attiva tra Germania e Belgio in campo visuale e cinematografico, prima di una morte prematura, nel 2012, ad appena trent’anni.
Si chiamava Abigail Rosa Ghimp e i quaranta minuti amorevolmente pubblicati dall’etichetta belga Soft Corridor ne rappresentano il tardivo testamento in musica, nonché l’unica testimonianza dell’estro espressivo. I frammenti raccolti sui due lati della cassetta risalgono al 2000, quando la diciottenne Ghimp si era cimentata in un esperimento futurista di fusione tra suono e immagine. Non a caso il titolo dell’opera richiama una colonna sonora, tuttavia interpretata più che altro nel senso di una fotografia di oggetti immateriali, sotto forma di sature frequenze ambientali, ma anche di vibrazioni naturali, e cadenze ritmiche di stampo africano o orientale. L’unione di field recordings e modulazioni sintetiche riscontrabile lungo le due tracce, ciascuna delle quali ripartita in una serie di “scene” concatenate, dipinge un visionario soundscaping “concreto”, in un certo senso precorso dalla allora giovanissima Ghimp.
Non si potrà mai sapere dove l’artista inglese sarebbe potuta arrivare con le sue sperimentazioni, ma di certo la pubblicazione di “Fire/Failure Soundtrack” rappresenta un commosso atto di testimonianza di un’artista che forse già allora sentiva il richiamo della ricerca dei suoni di un altro mondo.