ENNIO MAZZON – CeriseIcicles
(Ripples, 2014)
Esistono almeno due piani che presiedono all’elaborazione di fonti audio concrete: quello concettuale e quello tecnico-realizzativo. Entrambi ricorrono nella nuova “installazione sonora” di Ennio Mazzon, che trae le mosse dalla proteiforme predominanza della natura descritta in una citazione dell’ultimo romanzo di Michel Houellebecq tradotto in italiano (“La Carta e il Territorio”) ed è stato realizzato attraverso una serie di improvvisazioni su piattaforma digitale.
A tali due piani, che pur presentano specifici spunti di interesse, Mazzon ne aggiunge un altro, di gran lunga decisivo nell’osservazione del conclusivo esito sonoro del processo: quello percettivo. Improvvisato, decostruito, talora lasciato nella sua abrasiva consistenza di rumore sintetico, “CeriseIcicles” è un diario di venti minuti di tale processo, nel corso del quale immagini e frequenze vengono modulate attraverso una pluralità di filtri non lineari.
Eppure, al di là di saltuari apici distorsivi, il risultato possiede un proprio contenuto narrativo, quello di tessere frutto di una decostruzione e nuovamente giustapposte a formare qualcosa di inedito e impressionante nel suo impatto e nella sua naturale imponenza.